lunedì 23 novembre 2009

Il discorso tipico dello schiavo

Uno degli aspetti più micidiali dell’attuale cultura è di far credere che sia l’unica cultura, e invece è semplicemente la peggiore.
Gli esempi sono nel cuore di ognuno. Per esempio il fatto che la gente vada a lavorare sei giorni alla settimana è la cosa più pezzente che si possa immaginare. Come si fa a rubare la vita agli esseri umani in cambio del cibo, del letto e della macchinetta? Mentre fino a ieri credevo che mi avessero fatto un piacere a darmi un lavoro, da oggi penso: “Pensa questi bastardi che mi stanno rubando l’unica vita che ho. Perché non ne avrò un’altra, c’ho solo questa, e loro mi fanno andare a lavorare cinque volte, sei giorni alla settimana e mi lasciano un miserabile giorno per fare cosa?"
Come si fa in un giorno a costruire la vita?


Allora, intanto uno non deve mettere i fiorellini alla finestra della cella della quale è prigioniero, perché se no anche se un giorno la porta sarà aperta, lui non vorrà uscire. Deve sempre pensare con una coscienza perfetta: “Questi stanno rubandomi la vita in cambio di due milioni e mezzo al mese, bene che vada, mentre io sono un capolavoro, il cui valore è inenarrabile." Non capisco perché un quadro di Van Gogh debba valere 77 miliardi e un essere umano 2 milioni e mezzo al mese, bene che vada.

Oggi so che mi stanno rubando il bene più prezioso che mi è stato dato dalla natura.


"Sì, vabbe’, ma ormai è irreversibile la situazione…"

Sì, tu fai giustamente un discorso in difesa di chi ti opprime, perché è tipico dello schiavo. Lo schiavo difende il padrone, mica lo combatte. Perché lo schiavo non è tanto quello che ha la catena al piede, quanto quello che non è più capace di immaginarsi la libertà!

Silvano Agosti

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